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Gli specialisti dell'inbound Marketing

SIAMO IN GUERRA!

SIAMO IN GUERRA!


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Come fare Marketing: vinci la guerra!

Perdonami se questo titolo ti ha allarmato, ma era esattamente mia intenzione farlo. Spesso è proprio necessario un trauma, un forte spavento, un pugno in faccia prima di prendere realmente coscienza della realtà e capire cosa stia accadendo. È per questo motivo che voglio cercare di farti capire Come fare Marketing nella maniera più corretta!

Siamo in guerra sappilo.
Le PMI e gli imprenditori come te sono in guerra.
Ma contro chi? Sono in guerra contro la concorrenza sleale, la “crisi”, il ribasso dei prezzi, la pressione fiscale e tutto quello che giornalmente ostacola il tuo lavoro.

Quante volte al termine della tua estenuante giornata lavorativa ti siedi un secondo – perché se hai un’azienda, puoi permetterti di fermarti solo alla fine della giornata – per fare un resoconto dell’andamento della tua azienda e ti rendi conto che le cose NON vanno?

Quante volte ripeti a te stesso che di questo passo non andrai lontano, nonostante tutti i tuoi sforzi fisici, mentali ed economici?
 A rincarare la dose di sconforto e paura – SÌ è questo ciò che si prova quando le cose non vanno esattamente come vorresti – arriva il senso di colpa per tutto quello che di più importante stai trascurando: i tuoi affetti, la tua vita, Te stesso!

A fronte di tutti gli sforzi che stai facendo senza ottenere risultati concreti, hai finito per dimenticarti dei tuoi amici, di tua moglie, dei tuoi figli e di avere cura per te stesso.

E ti ripeti che tanto domani andrà meglio.
Continui a ripeterti che se continui a impegnarti così tanto, a dedicare ore e ore al tuo lavoro, le cose PRIMA o POI si sistemeranno.

Falso! Se continui così le cose non cambieranno.

Ma non DISPERARE! Se davvero smetti di commettere gli stessi errori, la via d’uscita ESISTE, e devi solo capire Come fare Marketing realmente.

Se la tua situazione è esattamente quella chi ti ho appena descritto, abbi la pazienza di continuare a leggere.

Sono certo che queste mie righe ti saranno molto utili e ti forniranno le risposte a un sacco di tue domande.

Potrai chiarirti le idee e identificare la strada che FINALMENTE ti porterà fuori dalla condizione di disagio in cui adesso ti trovi.

È SBAGLIATO CHIAMARLA CRISI

Per spiegarti perché è sbagliato chiamarla crisi, perché è solo una favola che continuiamo a raccontarci come causa di tutti i nostri mali, ho necessità di fare un piccolo salto temporale e tornare indietro di qualche decennio.

Quando in Italia, dopo la fine della 2° Guerra Mondiale, ci siamo ritrovati all’inizio del Boom Economico, sono iniziati a nascere i vari poli industriali. Da quello ceramico a quello tessile, da quello alimentare a quello manifatturiero e tecnologico.

Ogni regione, più o meno, ha sempre avuto la sua specializzazione, e cioè un insieme di aziende che producevano un determinato tipo di prodotti o servizi. Man mano che l’industrializzazione del Paese andava avanti, siamo passati senza rendercene conto in una fase di “Geolocalizzazione” più marcata.

In parole semplici, dai vari “poli” sparsi in giro per l’Italia, si staccavano piccole realtà artigianali che esportavano a livello locale, nelle altre città di provincia, il tipo di prodotto o di industria da cui queste derivavano.

In questo modo è stato colmato il gap tre l’enorme richiesta a livello territoriale, e la scarsa offerta dalle aziende più grandi non concentrate sulle realtà locali.

“Le aziende italiane hanno prosperato nonostante fossero progettate per fallire.” [Cit.]

In quegli anni essendo in pieno Boom Economico, per le aziende italiane non c’è mai stato bisogno di porsi Obiettivi di Marketing. E il motivo è molto semplice: là fuori dall’azienda c’era un mondo che voleva e doveva comprare. Qualsiasi cosa!

PMI senza alcune fondamenta di Marketing, hanno ricevuto per decenni ordini dall’Italia e da tutto il mondo. Le uniche loro armi erano flotte di rappresentanti muniti di cataloghi e brochure, senza competenze di vendita, e con la sola convinzione di poter crescere e prosperare con il mito del “prodotto di qualità”. Questo era/è il loro unico modo di procacciare clienti… tanto chiunque, in queste condizioni, poteva fare il commerciale.

In Italia esistevano ed esistono sicuramente delle eccellenze, ma la maggior parte del tessuto imprenditoriale è composto da aziendine “spin-off”. Aziende che offrono in locale semplicemente la copia, della copia, della copia del prodotto/servizio dell’azienda da cui derivavano, a minor prezzo, ma con la pretesa di più personalizzazione e più assistenza.

Aziende che con queste uniche armi, negli anni passati hanno fatto affari d’oro per la semplice inerzia innescata da una domanda che non si arrestava.

Si sono create una marea infinita di micro-aziende generaliste. Che dicono di saper fare tutto. Di poter fare tutto e di poterti personalizzare tutto pur di non perdere una commessa!

Lo spiego in maniera più semplice, raccontandoti una storia verosimile e utilizzando come riferimento un “polo” molto noto a noi del sud Italia, ed in particolare a noi pugliesi, quello del salotto.

Giuseppe, dopo aver lavorato per anni nell’azienda di salotti “Felice e figli Sas.”, e aver “appreso” il mestiere, decide di mettersi in proprio. Decide, dunque, che è arrivato anche per lui il momento di fare il grande salto.

Apre finalmente la sua azienda di salotti di fronte alla “Felice e figli Sas.” e la chiama “Giuseppe & Co. Snc”.

Sì sull’insegna c’è scritto proprio così, il brand per Giuseppe è qualcosa di negativo, lui si deve vantare di essersi messo in proprio, tutti lo devono sapere!

La “Giuseppe & Co. Snc” si propone sul mercato offrendo gli stessi servizi della “Felice e figli Sas” ma dichiarando più qualità e vendendo ad un prezzo leggermente inferiore.

Così gliela farà vedere a Felice, che lui è meglio!

Dopo qualche tempo, Nicola, un dipendente della “Giuseppe & Co. Snc”, stanco di lavorare per il suo capo, visto che c’è domanda di mercato e considerandosi un imprenditore migliore del suo capo, si licenzia.

Apre di fianco alla “Giuseppe & Co. Snc” e chiama la sua azienda “Nicola Divani Group Holding Srls”.

Visto il nome Holding penserai che l’azienda di Nicola sia un conglomerato di diverse aziende…e invece no! Il termine Holding per Nicola indica che lui è meglio degli altri perché usa l’inglese.

Domanda: secondo te come si è proposto Nicola sul mercato? Ovviamente con un prodotto per lui più di qualità e ad un prezzo più basso perché tanto i suoi dipendenti li sottopaga!

Semplificando:

aziende-copia-copia
Come Fare Marketing: schema aziende copia-incolla

Prendi questo esempio e applicalo a qualsiasi settore! Sostanzialmente cambierà poco.

La cosa assurda e triste è che se continui imperterrito a fare le cose alla stessa maniera. Se si continua a (non) progettare le aziende nella stessa maniera. Se si continua a (non) fare impresa nella stessa maniera.

Non si arriverà mai da nessuna parte!

In molti casi si è ancora convinti che il marketing consista nel:

  • Fare porta a porta con la brochure
  • Avere un call center che faccia chiamate “a freddo” per il commerciale
  • Fare la battuta in dialetto sulla “fregna” e sul calcio
  • La pacca sulla spalla accompagnata da “mhe e fammi sto favore
  • Frequentare bar e quanta più gente possibile anche se non c’entra nulla con il tuo prodotto
  • Portare il cliente a cena e poi a troie
  • Andare in fiera
  • Fare il cesto a Natale
  • Assumere il nipote, il cugino, lo zio o il fratello di qualcuno che conta, se è politico meglio
  • “Martellare” il cliente e prenderlo per sfinimento
  • Acquistare liste mail non profilate
  • Rompere le scatole a gente non in target
  • Fare pubblicità SENZA SENSO al cinema o alla radio locale
  • Tappezzare la città di volantini con informazioni confuse e confusionarie
  • Fare il mega cartellone “si può fare 7×7 o 8×8? Mhe e fallo più grande il logo

Cosa credi sia accaduto successivamente? Tutto questo non poteva durare all’infinito.
E’ arrivata la Globalizzazione, con essa le aziende Globalizzate e con queste quella che, pur di non cambiare, vi ostinate a chiamare CRISI.

Non è crisi, è solo un mercato con NUOVE esigenze. Stop. Finito.

Oggi il mondo imprenditoriale globalizzato e questo mercato con nuove esigenze, sta semplicemente venendo a CHIEDERE il conto al Bel Paese.

storico-mercato
Schema del processo del mercato Italiano

 

PERCHÉ HO DECISO DI SCRIVERE QUESTO ARTICOLO

PREMESSA

Prima che tu mi dia del presuntuoso o arrogante, per quanto sia e mi ritenga giovane, è giusto che tu sappia che mi occupo di Web e progettazione per il Web da più di 10 anni, esattamente dal 2004.

Me ne sono occupato prima per passione, essendo un perito informatico, il mio stesso percorso di studi prevedeva di imparare a “programmare” anche in linguaggio HTML.

Quindi, sotto commissione di alcune aziende, ho iniziato a costruire i miei primi siti in HTML: semplicissime pagine statiche collegate tra loro tramite appositi link.
Ogni tanto al cliente arrivava casualmente il contatto per la vendita tramite il suo sito statico.

Con gli anni a venire la presenza online si è fatta sempre più competitiva. Quindi il sito statico non bastava più.

Iniziai quindi ad approfondire le mie conoscenze e migliorare le mie competenze, nell’ambito del web, studiando ed appassionandomi a materie come “Architettura dell’informazione dei siti”, “Web Design”, “Neuro Web Design” etc.

Grazie a questi studi i nuovi siti web di mia costruzione presentavano contenuti ordinati in sequenza logica, una grafica e un aspetto più adeguato al pubblico di riferimento, e in linea con i valori dell’azienda proprietaria del sito.

Questi siti web avevano un maggiore impatto e una navigazione più semplice. Avevo anche migliorato di netto la fruibilità dei contenuti da parte degli utenti.

Chiaramente andò bene solo per poco.

La competizione online con gli anni è diventata sempre più agguerrita. Alla competizione online bisogna aggiungere l’avanzamento e il miglioramento del gigante dei motori di ricerca Google. Si è iniziato a parlare quindi di SEO (ottimizzazione del posizionamento sui motori di ricerca).

La SEO di un sito web è quella competenza che permette di farsi trovare dagli utenti nel momento stesso in cui stanno cercando te, o un prodotto/servizio che tu offri, o che risolvi.

Pensai: “Perfetto, ecco cosa mi manca per avere un sito sicuramente di successo!”

Mi recai a Milano per formarmi e diventare esperto anche di SEO. E decisi di farlo (come ho sempre fatto e continuo a fare) direttamente dai migliori in Italia in quell’ambito, conseguendo una certificazione dedicata.

Quindi in aggiunta a tutti i punti di forza che i miei siti già offrivano, si aggiungeva anche la SEO. I miei siti erano perfettamente posizionati per parole chiavi di importante rilevanza per i miei clienti.

Nonostante ciò, i contatti che per la maggior parte arrivavano erano curriculum di gente in cerca di lavoro, anziché clienti interessati a comprare, nonostante l’obiettivo dichiarto del sito web era l’acquisizione clientela!

C’era qualcosa che chiaramente non andava e continuava a sfuggirmi. E come sempre, non soddisfatto, avevo assolutamente necessità di capirne il motivo. Dove stavo sbagliando?

Di seguito quindi, voglio condividere con te i motivi dei miei insuccessi passati. Ciò che realmente mi ha spinto a scrivere questo articolo.

1° Motivo: consapevolezza

C’è solo un modo per saltare fuori dal baratro: bisogna cambiare radicalmente prospettiva!
Bisogna studiare e darsi da fare, perché i mediocri verranno spazzati via da questo nuovo mercato.

Quello che hai letto in queste righe non è frutto della mia invenzione. È frutto del mio studio e della mia diretta esperienza. Nozioni e concetti che ho appreso solo grazie alla ricerca, allo studio, alla mia MALEDETTA voglia di migliorarmi e di mettere costantemente in discussione le mie competenze e la mia persona.

Tutto questo mi ha portato ad arrivare a chi oggi è il mio mentore e maestro nell’ambito del Marketing e della Vendita Professionale: Frank Merenda (a proposito a Luglio di quest’anno – 2016 – sarà a Bari, vacci! Fallo per te e per la tua azienda!)

Grazie ai suoi insegnamenti finalmente ho capito.

La Strategia Marketing

Il motivo per cui, nonostante la qualità dei miei siti, i contatti stentavano ad arrivare: l’azienda era progettata male!
Di conseguenza la sua comunicazione era dispersiva. Non parlava a nessun target specifico, parlava a tutti.
Un’azienda ben progettata deve necessariamente seguire il ciclo:

  1. Branding (posizionarsi come scelta preferita nella mente di una nicchia di clienti)
  2. Marketing risposta diretta (attrarre solo clienti interessati)
  3. Vendita (trasformare i potenziali clienti in contratti)
  4. Prodotto (creare e consegnare la merce o il servizio)

Il prodotto è solo l’ultimo anello della catena e NON il PRIMO.

[Direttamente dal suo libro Vendere fa schifo se non sai come farlo]

Nel nostro stivale, le tecniche di vendita erano ferme alle intuizioni che andavano dagli anni 50 sino agli anni 70.
Le solite cose di “mettere il cliente al centro dell’attenzione”, “fare domande per capire le sue vere esigenze”, “parlare con chi decide” etc.E le solite menate su:
  • Canali sensoriali
  • Ricalco e guida
  • Le figure del “metamodello”
  • Le tecniche di chiusura che rompono gli schemi
  • Le figure patologiche dell’ascolto
  • Un sacco di altri bla bla bla…

I dati ovvi sono essenzialmente che:

  1. Siamo indietro di almeno quarant’anni con le tecniche di vendita
  2. Nessun formatore vendite di rilievo americano e nessuna società specializzata nella formazione vendita aveva la PNL nei suoi programmi.
  3. Le tecniche di vendita erano roba dell’anteguerra.

L’Italia è indietro di almeno 50 anni dal punto di vista imprenditoriale.

[…]

Il motivo è piuttosto semplice.
In Italia abbiamo vissuto un fenomeno che gli statunitensi non hanno avuto la “fortuna” di ospitare in casa loro… la seconda guerra mondiale.
Gli statunitensi dopo la crisi del ’29, hanno avuto trent’anni di crescita e sviluppo continuo.
In Italia – una società comunque prevalentemente rurale e contadina – negli anni 60, mentre stavamo ricostruendo tutto dalle macerie, eravamo all’inizio del boom economico.

Da noi non c’è mai stato bisogno del marketing per un motivo ovvio: là fuori c’era un mondo che voleva e doveva comprare. Qualsiasi cosa.

 

2° Motivo: responsabilità

Da quando faccio il libero professionista mi occupo di CONSIGLIARE e GUIDARE i miei clienti su come investire al meglio il loro denaro sui canali digitali (perché – mi rivolgo ai miei presunti colleghi – non dimentichiamoci che è questo ciò che un operatore in un mercato così specifico DOVREBBE fare).

A distanza di tempo mi sono accorto di essere stato irresponsabile, mi sono accorto che ho sempre lavorato con gente che non avrei dovuto servire, clienti non in target.

Mi spiego meglio.
In ogni colloquio con i miei clienti ho sempre tentato di far capire che un sito web rappresenta a tutti gli effetti un INVESTIMENTO e, un investimento, dovrebbe produrre dei ritorni economici nel medio/lungo termine. In alternativa non è un investimento. È sbagliato spendere soldi quando quelle risorse economiche potrebbero essere destinate a questioni aziendali più importanti.

Da questi colloqui, invece veniva fuori che il motivo principale (non è sempre stato così ovviamente) per cui realizzare un sito web, era perché lo fanno tutti – in riferimento alla concorrenza.

Oppure perché, quando il mio cliente partecipava a una fiera e distribuiva i suoi bigliettini da visita a un commerciale o rappresentante, doveva visionare il catalogo virtuale presente sul sito web, visionare quanto grande fosse il capannone e quanta qualità, professionalità ed esperienza aveva da offrire.

Non è del tutto sbagliato, attenzione.
Ma per i motivi prima citati:

  1. Non è del tutto sufficiente per competere in un mercato in contrazione;
  2. Non è questo lo scopo principale di un sito web.

Qual è dunque il principale scopo di un sito web?

Prima di risponderti è importante che tu sappia che TUTTI i tipi di business hanno in comune dei punti:

  1. Tutti i business hanno come unico scopo quello di guadagnare soldi vendendo un prodotto o un servizio a qualcuno;
  2. La vendita avviene in casa o in azienda dal cliente, oppure nel mio negozio o ufficio, o direttamente sul sito stesso;
  3. Tutti i business devono avere una domanda di mercato sufficientemente ampia per poter piazzare la propria offerta;
  4. Tutti i business hanno bisogno di attirare clienti;
  5. Tutti i business hanno bisogno di un metodo per continuare a vendere altre cose e mantenere i vecchi clienti.

Questi punti sono veri sempre e ovunque e smentiscono (con i fatti) gli ostacoli mentali a cui siamo stati abituati:

  • “Il mio settore è differente”
  • “Nella mia città è diverso”
  • “I miei clienti sono particolari”

Esistono semplicemente tizi che vendono cose a persone.

ciclo-vendita
Come Fare Marketing: schema semplificato del processo di vendita.

È così da sempre, da ben prima che esistesse internet.

Il principale scopo di un sito web, oltre a raccontare la tua storia e quello che puoi fare per i tuoi clienti, è quello di generare LEADS (contatti di gente potenzialmente interessata al tuo prodotto o servizio): TROVARE CLIENTI!

 La mia responsabilità, e dei miei colleghi, consiste in questo:

Per fare veramente un lavoro adeguato e investire i soldi dei nostri clienti nella maniera più coscienziosa possibile, è diventato NECESSARIO se non obbligatorio, formare gli imprenditori sul nostro settore: l’ambito del (Web) Marketing.

Solo se si hanno le informazioni corrette si può capire quale sia la strada corretta per come pubblicizzare un prodotto o servizio e come trovare nuovi clienti.

Se la tua azienda si presenta in questa maniera:

modello-business-una-colonna
Schema [errato] del modello di business a una colonna

Un tetto che si poggia su di un’unica colonna.

Piuttosto che così:

modello-business-piu-colonne
Schema [corretto] del modello di business a più colonne

Un tetto che si poggia su più colonne e su di una base solida

“L’innovazione”, il sito web, i canali sociali,”l’approcciare su facebook” non vi servirà a nulla: né a rilanciare la vostra azienda, né a sopravvivere in questo mercato in costante contrazione che ha esigenze specifiche e richiede sempre più delle SPECIALIZZAZIONI.

Ho la responsabilità di dirti che il (Web) Marketing non ti salverà!
Il Web non è innovazione, esiste da anni ormai.

Ho la responsabilità di rivelarti un “segreto”: il (Web) Marketing non ESISTE!
Il (Web) Marketing è l’amplificatore del Marketing aziendale. Se fai schifo off-line, amplificherai sul web ciò che di male già fai male off-line. E viceversa.

ICE
Come Fare Marketing: rappresentazione di quello che non vediamo in un’azienda di successo

 

Sento la responsabilità di dirti di non fidarti di coloro i quali ti suggeriscono di fare il sito web perché:

  1. Offrono una possibilità di successo sul Web senza aver adeguatamente analizzato tutti i punti di cui abbiamo parlato sopra
  2. Ti suggeriscono di avere contatti un po’ con tutti perché tanto su 100 persone alle quali rompi le scatole, “una una” si convertirà in cliente, sai quelli che “la vendita è un gioco di numeri”
  3. Ti suggeriscono di “martellare” il cliente (che poi, che vorrà dire… ti stanno suggerendo di “stalkerarlo?”)
  4. Ti spaventano dicendoti che chi non s’innova scompare perché l’evidenza lo dimostra…
    1. Giusto per metter i puntini sulle “i”. L’evidenza in realtà dimostra (dati limitati ai primi 6 mesi del 2014 della società “Email Brokers”, confermati anche dal CRIF) che l’80% delle aziende fallite nel 2014 non INTEGRAVA il proprio business con servizi di Marketing online. Che non vuol dire avere il sito internet! L’evidenza dimostra che anche l’80% di quelle che integrano con servizi di marketing online non arrivano ai 5 anni di vita. E il restante 20% difficilmente arriva ai 10 anni di vita. Perché non hanno un modello di business fondato su di una base solida! [Aggiornamento/2016]

Queste persone non possono fornirti ALCUNA procedura EFFICACE per rilanciarti sul mercato, per un semplice motivo, anzi due:

  1. Non hanno la minima idea di cosa ti stanno parlando e di come si facciano realmente le cose;
  2. L’unica persona, in grado di riprendere in mano le redini della propria azienda, sei TU.

Di conseguenza, il sito web, il (Web) Marketing, Facebook Marketing (anzi più correttamente sarebbe come fare Business con Facebook), tutti gli strumenti che il Web può metterti a disposizione, possono e devono venire solo ed ESCLUSIVAMENTE dopo che avrai reso unica la tua azienda agli occhi dei tuoi potenziali clienti!

Solo dopo che avrai un VERO messaggio che ti differenzi dalla tua concorrenza e parlerai unicamente a una nicchia di persone VERAMENTE interessate a ciò che hai da offrirgli, saprai come trovare clienti!

Solo dopo aver messo a posto le basi potrai anche tu amplificare tutto ciò attraverso il (Web) Marketing.

Ho la responsabilità di avvisarti che se non procederai in questa direzione matematicamente il cliente NON IN TARGET (quello che vai a martellare) dopo averti chiesto tutte le informazioni possibili sul tuo prodotto/servizio e essersi fatto lasciare il preventivo:

  1. Ti rimanderà sempre l’appuntamento decisivo facendoti perdere un sacco di tempo (perché tanto tu continuerai a martellarlo)
  2. E mentre lo starai martellando, lui, grazie al tuo preventivo, avrà già comprato dalla concorrenza ottenendo uno sconto.

Ma tanto questo già lo sai, perché ti capita tutti i giorni!

Questa responsabilità mi fornisce coraggio e speranza nel vedere gli imprenditori del mio territorio (e più in generale tutta la situazione imprenditoriale italiana) riprendersi.
Se solo lo vorranno, potranno avere tutto ciò che gli spetta di diritto.

Vorrei vederli lavorare con Aziende e imprenditori degni di questo titolo, affinché magari i miei coetanei, i miei colleghi, i miei amici e i giovani tutti, possano trovare aziende serie che forniscano il minimo insindacabile di risorse per poter esser chiamate tali:

  • Che assumano solo per competenza e non per raccomandazione
    • Perché un’azienda che vorrà fare business sul serio avrà all’interno risorse umane altamente qualificate, non fatte da cugini sorelle e cognati con titoli farlocchi che precedentemente si occupavano di tutt’altro, e i danni che combinano sono sotto gli occhi di tutti
  • Che offrano alle proprie risorse un percorso di carriera
    • Dove lo stipendio sia commisurato all’impegno della risorsa e non a quanto lecca il culo e sputtani i suoi colleghi
    • Aziende che ragionino in termini di raggiungimento obiettivi, affinché una risorsa sia motivata a fare sempre meglio
  • Che offrano almeno la formazione di base
    • E non gettino gli utili aziendali esclusivamente in SUV o assunzioni di nipoti di politici per accaparrarsi la commessa
  • Che offrano un reparto marketing adeguato
    • Dovrà essere l’azienda a fornire alla propria rete vendita i LEADS o i PROSPECT, non il contrario. Il venditore/commerciale non deve fare la trottola in giro sprecando risorse economiche aziendali in alberghi, taxi, cene e telefonate a vuoto, o ritrovarsi a fare l’autista del suo datore di lavoro. Il venditore butta dentro la palla che gli è stata passata dal resto della squadra, non deve andare a prenderla in difesa.
  • Che offrano un ambiente di lavoro sereno
    • Il livello produttivo di una risorsa umana è anche direttamente proporzionale alla serenità del suo ambiente lavorativo. Costringerlo a lavorare 11 (e pagarne 8), i festivi o i sabati, non lo renderà più produttivo. Non renderà più produttiva la tua azienda. Il contrario semmai.

Il tipo più comune di aziende e di imprenditori che oggi compongono il mercato italiano sono arrivati a questo perché la loro unica politica è stata quella di ABBASSARE i prezzi per non scomparire dal mercato, per combattere la concorrenza e per non annegare.
E così facendo si sono concentrati unicamente sulla PRODUZIONE. Ma non si sono resi conto che hanno portato la guerra all’interno delle loro aziende, e le stanno distruggendo dall’interno, con la loro politica e con quegli stessi dipendenti che non hanno avuto cura di selezionare, o che stanno sfruttando come fossero carne da macello.

Il vero OBIETTIVO di un imprenditore che si rispetti è quello di generare valore e benessere per sé, la sua famiglia e i suoi dipendenti.
Si sono dimenticati che sono anche e soprattutto le risorse umane a decretare o meno il successo di un’azienda.

“Il vero COMPITO di un imprenditore è fare marketing e vendere i suoi servizi. Detto in maniera più rozza, un libero professionista è un venditore. Il suo lavoro è vendere. La sua professione, cioè le sue competenze tecniche, solo il suo prodotto. Sì, la sua professione è il suo prodotto.
Se non trova clienti da servire, non mangia. Quindi il suo lavoro è fare il venditore.”

Queste aziende hanno fatto tutto il contrario:

Anziché alzare sensibilmente i prezzi, di anno in anno, a seguito di un servizio più qualificato e specializzato per una nicchia di clienti (da fidelizzare);
Anziché destinare gli utili al miglioramento dell’azienda e al suo marketing;

Hanno ABBASSATO I PREZZI, rovinando il mercato e sminuendo le competenze dei VERI professionisti, con tutto ciò che ne consegue e non si sono evoluti!

CIO’ CHE TI RESTA DA FARE E’ SOLO AGIRE (POSSIBILMENTE IN MODO CORRETTO)

Con questo articolo inauguro il blog della mia società, la Rocket Marketing.

Questo blog ha l’obiettivo di formare le PMI e gli imprenditori, che hanno realmente voglia di cambiare le cose, sugli aspetti principali della materia di cui ci occupiamo: il (Web) Marketing.

Lo faremo con spirito e dedizione, senza freni.

Speriamo che attraverso

  1. Tecniche
  2. Suggerimenti
  3. Strategie (che funzionano perché testate)
  4. I libri che studiamo
  5. I corsi che frequentiamo

Vogliamo rendere consapevoli gli imprenditori su alcune questioni sensibili e fondamentali per loro, e guidarli verso:

  1. La distinzione dalla concorrenza
  2. La costruzione di un modello di business realmente efficace
  3. La comprensione che il (Web) Marketing non sono gli strumenti (es. sito web, facebook, instagram etc.)
  4. La comprensione che viene prima la strategia e solo dopo gli strumenti
  5. La comprensione di quando il (Web) Marketing è inutile o indispensabile
  6. Il riconoscimento di un vero esperto di (Web) Marketing, per sapere cosa chiedere e demandare, e come investire intelligentemente calcolando sempre il ROI delle loro azioni

Tutto ciò anche a costo di suggerire loro figure professionali diverse dalla nostra!

Grazie per aver letto questo primo articolo.

 

[sc name=”Canali”]

 

 

Che la forza sia con te!

Angelo,
Web Marketing Specialist della Rocket Marketing.


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